Giovanni Cesca. Eterna natura. Opere dagli anni ’90

Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di Sesto al Reghena.
A cura di Giancarlo Pauletto

Videointerviste

Giovanni Cesca è nato nel 1947 a San Donà di Piave. Ha studiato all’Istituto d’Arte dei Carmini a Venezia, e poi all’Accademia di belle Arti, dove si è diplomato nel 1970, con la guida di Bruno Saetti.
Partito in area surreale, e poi informale, Cesca si è impegnato a fondo nello studio delle possibilità espressive del colore, mai però visto come strumento fine a se stesso, invece piegandolo ad esprimere un sentimento interrogante e sospeso nei confronti della realtà.
Ciò si è visto nei vari cicli pittorici da lui affrontati, in particolare nel suo ritorno al paesaggio negli ultimi dieci anni, e nell’impegno a realizzare importanti nature morte in bianco-nero, attraverso le quali si esprime una sorta di brivido metafisico davanti alla considerazione della semplice esistenza delle cose.
La mostra che si propone verterà sui più recenti cicli del pittore.

CONCERTO DI APERTURA
DUO PSALLERE VOCE
Valentino Pase, baritono e Sofia Masut, arpa

Psallere Voce è un ensemble composto da arpa (Sofia Masut) e baritono
(Valentino Pase), formatosi nel 2016. Il duo è stato seguito
dai Maestri Franco Calabretto, Patrizia Tassini, Domenico Balzani
e Francesca Paola Geretto.
Il duo ha al suo attivo numerosi concerti in Italia e all’estero. Ha
collaborato con varie rassegne musicali, tra cui si ricordano la
“Galleria Musicale” (Monfalcone 2017) e la “Medulin Concert
Summer” (Croazia 2017). Il duo ha inoltre collaborato a numerosi
eventi del Fondo Ambiente Italiano, tra cui la celebrazione del
Ventennale della Delegazione Udinese. Il 30 novembre 2017 hanno
partecipato, come migliori allievi dal M° Patrizia Tassini, al Seminario
“Scuola Italiana di Arpa: omaggio a Margherita Cicognari”
(Ass. Italiana dell’Arpa) a Vicenza, dove la loro personale trascrizione
delle Chansons de Don Quichotte di J. Ibert ha ricevuto notevoli
apprezzamenti.
Hanno partecipato al “10th International Music Competition SVIREL”
(2018), conseguendo il Terzo Premio (Medaglia di Bronzo;
punteggio 89/100) nella categoria Professionisti.

PROGRAMMA
Giacomo Carissimi (1605-1674)
O Vulnera Doloris

Francesco Paolo Tosti (1846-1916)
Preghiera

Maurice Ravel (1875-1937)
da Don Quichotte à Dulcinée
II. Chanson épiqueCoordinamento Maria Francesca Vassallo
Responsabili artistici Franco Calabretto, Eddi De Nadai, Giancarlo Pauletto

Anzil. Il grande viaggio. Opere degli anni ’70

Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di San Vito al Tagliamento.
A cura di Giancarlo Pauletto

servizio del TGR FVG di mercoledì 26 settembre 2018

Anzil è nato a Monaco di Baviera nel 1911 ed è morto a Tarcento nel 2000. Comincia a dipingere con impegno verso i trent’anni, spinto anche dall’amicizia con Fiorenzo Tomea, conosciuto durante il servizio militare.
L’esperienza della vita partigiana ne matura l’espressività che si volge, durante e nell’immediato dopoguerra, ai temi del realismo sociale, dando vita ad una serie di opere memorabili aventi a soggetto la vita popolare e contadina del Friuli.
Attento alle varie inflessioni dei linguaggi contemporanei, sperimenta il post-cubismo, poi le suggestioni dell’informale, sempre legato tuttavia ad un suo mondo intensamente terragno e gotico, ricco di inflessioni ed invenzioni fantastiche.
La sua è una pittura che continuamente riflette sui destini dell’uomo.
La mostra che si propone sarà incentrata in particolare sul ciclo degli “Incontri” e del “Grande viaggio”.

Servizio a cura di Giorgio Simonetti

CONCERTO DI APERTURA

DUO PSALLERE VOCE
Valentino Pase, baritono e Sofia Masut, arpa

Psallere Voce è un ensemble composto da arpa (Sofia Masut) e baritono
(Valentino Pase), formatosi nel 2016. Il duo è stato seguito
dai Maestri Franco Calabretto, Patrizia Tassini, Domenico Balzani
e Francesca Paola Geretto.
Il duo ha al suo attivo numerosi concerti in Italia e all’estero. Ha
collaborato con varie rassegne musicali, tra cui si ricordano la
“Galleria Musicale” (Monfalcone 2017) e la “Medulin Concert
Summer” (Croazia 2017). Il duo ha inoltre collaborato a numerosi
eventi del Fondo Ambiente Italiano, tra cui la celebrazione del
Ventennale della Delegazione Udinese. Il 30 novembre 2017 hanno
partecipato, come migliori allievi dal M° Patrizia Tassini, al Seminario
“Scuola Italiana di Arpa: omaggio a Margherita Cicognari”
(Ass. Italiana dell’Arpa) a Vicenza, dove la loro personale trascrizione
delle Chansons de Don Quichotte di J. Ibert ha ricevuto notevoli
apprezzamenti.
Hanno partecipato al “10th International Music Competition SVIREL”
(2018), conseguendo il Terzo Premio (Medaglia di Bronzo;
punteggio 89/100) nella categoria Professionisti.

PROGRAMMA
Giacomo Carissimi (1605-1674)
O Vulnera Doloris

Francesco Paolo Tosti (1846-1916)
Preghiera

Maurice Ravel (1875-1937)
da Don Quichotte à Dulcinée
II. Chanson épique
 

INFO:www.comune.san-vito-al-tagliamento.pn.it – www.centroculturapordenone.it
Info I.A.T. San Vito al Tagliamento: [email protected]
tel. 0434.80251 / 0434.83329

Mario Albanese. Nell’angolo più buio dell’orto. Opere del ciclo Pasolini

Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di Cordenons e Associazione Media Naonis.
A cura di Giancarlo Pauletto

Servizio TG3 FVG lunedì 10 settembre 2018

Mario Albanese, veneto, è nato nel 1933 ed è morto nel 2012.
Inizia a dipingere giovanissimo, imparando dalle sue esperienze e dallo studio della grande arte del passato.
Affina una tecnica rappresentativa assai precisa che lo porta, a partire dagli anni settanta, alla sua maturità di pittore, che gli è riconosciuta e confermata da scrittori e critici quali Salvatore Maugeri, Gino Nogara, Gianantonio Cibotto, Giuliano Menato, Giuseppe Zigaina, Bino Rebellato, Neri Pozza, Elio Bartolini, Dino Formaggio, Andrea Zanzotto.
La sua pittura, legata profondamente agli aspetti del reale, ne dà tuttavia una traduzione sostanzialmente metafisica, interrogante, assumendo spunti e suggestioni anche dal grande rinascimento veneto. Particolarmente importante il suo ciclo su Pier Paolo Pasolini, di cui il pittore indaga l’apertura al sacro e il dramma esistenziale.
La mostra che si propone verterà appunto e soprattutto su questo ciclo.

Videointerviste realizzate da Giorgio Simonetti

CONCERTO DI APERTURA

DUO PSALLERE VOCE
Valentino Pase, baritono e Sofia Masut, arpa

Psallere Voce è un ensemble composto da arpa (Sofia Masut) e baritono
(Valentino Pase), formatosi nel 2016. Il duo è stato seguito
dai Maestri Franco Calabretto, Patrizia Tassini, Domenico Balzani
e Francesca Paola Geretto.
Il duo ha al suo attivo numerosi concerti in Italia e all’estero. Ha
collaborato con varie rassegne musicali, tra cui si ricordano la
“Galleria Musicale” (Monfalcone 2017) e la “Medulin Concert
Summer” (Croazia 2017). Il duo ha inoltre collaborato a numerosi
eventi del Fondo Ambiente Italiano, tra cui la celebrazione del
Ventennale della Delegazione Udinese. Il 30 novembre 2017 hanno
partecipato, come migliori allievi dal M° Patrizia Tassini, al Seminario
“Scuola Italiana di Arpa: omaggio a Margherita Cicognari”
(Ass. Italiana dell’Arpa) a Vicenza, dove la loro personale trascrizione
delle Chansons de Don Quichotte di J. Ibert ha ricevuto notevoli
apprezzamenti.
Hanno partecipato al “10th International Music Competition SVIREL”
(2018), conseguendo il Terzo Premio (Medaglia di Bronzo;
punteggio 89/100) nella categoria Professionisti.

PROGRAMMA
Giacomo Carissimi (1605-1674)
O Vulnera Doloris

Francesco Paolo Tosti (1846-1916)
Preghiera

Maurice Ravel (1875-1937)
da Don Quichotte à Dulcinée
II. Chanson épique
 

Info: Associazione Media Naonis – via Roggiuzzole 1, 33170 Pordenone
[email protected] – www.medianaonis.it

FIGURA/NATURA. Opere su carta dalla Fondazione Concordia Sette Pordenone

MAGNOLATO MARCON
PAULETTO TRAMONTIN TUBARO

Virgilio Tramontin, Danzica, 1980, acquarello.

[…] Figura/Natura, non ha particolari significati allegorici o simbolici: vuol dire soltanto che nelle opere che si presentano c’è il paesaggio e c’è la figuraumana, magari anche nella stessa opera, come per esempio in talune calcografie di Cesco Magnolato o in determinate incisioni di Mario Pauletto, qui in maniera molto peculiare.
Magnolato, Marcon, Pauletto, Tramontin, Tubaro: come si vede, autori molto noti nel nostro territorio, ma anche oltre, e ampiamente apprezzati. […]

Servizio TGRFVG
Videointervista al curatore della mostra Giancarlo Pauletto
Renzo Tubaro, Bovini al mercato, anni ’70, china e carboncino su carta.

477a mostra d’arte del Centro Iniziative Culturali Pordenone, accura di Giancarlo Paulettoe con il coordinamento di Maria Francesca Vassallo, presidente CICP
4 – 30 dicembre 2021: dal Lunedì al Venerdì dalle 15.00 alle 18.30. Ingresso gratuito con green pass

Mario Pauletto, Omaggio a Miró, s.d., acquaforte.

ARTISTI DALLA FONDAZIONE CONCORDIA SETTE
Nel 2010 fu costituita a Pordenone, presso Casa Zanussi, la Fondazione Concordia Sette, con lo scopo di custodire e diffondere la conoscenza del ricco patrimonio di opere che, per donazione di artisti e di collezionisti, si era venuto raccogliendo presso la Galleria Sagittaria del Centro Iniziative Culturali Pordenone, frutto, allora, di quarantacinque anni di esposizioni d’arte, oggi di oltre cinquantacinque.
Si tratta di più di millecinquecento opere d’arte tra oli, disegni, incisioni, sculture e altre tecniche, un fondo dal quale, anche nel passato, si sono selezionate sequenze di lavori con i quali sono state allestite varie mostre di notevole interesse.
Citeremo per esempio quella del 2007, intitolata Figure dell’Arte, corredata da un primo importante catalogo di documentazione: oltre sessanta opere allineate sulle pareti della Galleria offrivano una già solida idea del valore ben più che territoriale della Collezione, esponendo tele di Guido Cadorin, Alfredo Beltrame, Ugo Pellis, Anzil Toffolo, Edo Murtic´, Luigi Veronesi, Mirko Basaldella, Corrado Cagli, Alberto Gianquinto, Marcello Mascherini, Dora Bassi, Kosta Angeli Radovani e altri importanti autori, obbedendo così ad una essenziale finalità statutaria, quella di “garantire la conservazione, la gestione e la valorizzazione del fondo di opere d’arte, anche in collaborazione con Istituzioni ed altri Enti specifici, attraverso attività, iniziative e strumenti atti ad una educazione estetica diffusa e permanete”.

Cesco Magnolato, Ostacoli, 1973, acf. act.


A questo stesso scopo corrispose, nel 2011, la pubblicazione del volume: La collezione Concordia 7. Arte dalla storia del Centro Culturale Casa Antonio Zanussi Pordenone, opera di quasi trecentocinquanta pagine e quasi trecentocinquanta riproduzioni, ulteriore, e vorremmo dire imponente sforzo di documentazione, che è presente anche in altre pubblicazioni del Centro, ma che ha tuttavia bisogno di parecchio altro lavoro per essere concluso, anche
perché varie, importanti donazioni di collezionisti hanno, in questi ultimi tempi, ulteriormente arricchito il patrimonio dell’Istituzione.
E citeremo poi la più recente occasione in cui opere della Fondazione hanno permesso di costruire una mostra molto apprezzata dal pubblico, precisamente quella intitolata Figure & Figure presso l’Abbazia di Sesto al Reghena, da maggio a luglio del corrente anno, con notissimi autori e in fruttuosa collaborazione con il Comune di Sesto.
Anche da queste brevi parole di contesto si comprenderà quindi la soddisfazione di collaborare oggi, non per la prima volta, con il Comune di Caneva e la sua Biblioteca, per una esposizione che, ancora allestita con opere della Collezione Concordia Sette, non mancherà, crediamo, di interessare il pubblico, sia per la fama degli autori, sia per la qualità delle opere.
Al Comune e alla Biblioteca il nostro più vivo ringraziamento.
Luciano Padovese, Presidente Presenza e Cultura
Maria Francesca Vassallo, Presidente Centro Iniziative Culturali Pordenone

GIANNI PIGNAT

MATER DOLOROSA MATER GAUDIOSA
Fotografie

[…] architetto, artista e fotografo, ha molto viaggiato soprattutto per umanistica volontà di conoscenza, e dal mondo ha riportato una vasta serie di immagini, in cui non è stato difficile prenderne una quarantina incentrate, direttamente o indirettamente, sul tema della maternità.
Lo sguardo di Pignat è profondamente interessato all’umano.
Certo, egli è un fotografo che conosce il suo mestiere, e sa che un minimo di formalizzazione è necessario non solo per necessità di visione, ma proprio per rendere maggiormente significativo il momento e lo spazio che si vuol testimoniare.
Ma ciò che conta è soprattutto la sostanza umana che traspare, un’immediatezza che non deve essere nascosta, o non troppo, dalla bravura, dal “mestiere” di chi scatta la foto. […] GCP

Videointervista a Gianni Pignat

PROROGATA AL 30 GENNAIO 2022
Salone abbaziale Santa Maria in Silvis, Sesto al Reghena.
Ingresso con prenotazione obbligatoria [email protected]

Sono circa una quarantina gli scatti selezionati tra le innumerevoli immagini di reportage di Gianni Pignat, realizzate durante una vita di viaggi in tutto il mondo. Centrate sulla figura della maternità, colta soprattutto nel dolore a volte nella gioia. Mostra molto significativa in un tempo in cui la tragedia di donne che fuggono dalle guerre e tentano di sottrarre i loro piccoli alla fame, riempie spesso i telegiornali. Angosce che Pignat aveva colto anche prima della tragica stagione di guerre ed epidemia che il mondo sta vivendo, rilevando come l’umanità da sempre sia ingiusta e indifferente verso una parte rilevante di se stessa.

«Lo sguardo di Pignat – spiega il curatore Giancarlo Pauletto – è profondamente interessato all’umano. Certo, egli è un fotografo che conosce il suo mestiere, e sa che un minimo di formalizzazione è necessario non solo per necessità di visione, ma proprio per rendere maggiormente significativo il momento e lo spazio che si vuol testimoniare.
Ma ciò che conta è soprattutto la sostanza umana che traspare, un’immediatezza che non deve essere nascosta, o non troppo, dalla bravura, dal “mestiere” di chi scatta la foto.
Direi che questo atteggiamento si può vedere in tutte le fotografie di Pignat, mai aduggiate dal “troppo bello”, mai immalinconite da andature trasandate, che pure possono essere il pericolo di chi punta a una diretta, non filtrata immediatezza. Ciò vale sia per le fotografie che, facendo riferimento al titolo della mostra, potremmo definire “gaudiose”, sia per quelle che potremmo definire “dolorose”.
Poiché la maternità, qui, è quella dei ceti popolari non solo, ma anche dei ceti più disagiati, più vicini all’indigenza: nel Bangladesh, in Africa, in India, ma anche in Russia in Asia o in Perù.
E tuttavia la “mater gaudiosa” rimane qui più presente della “mater dolorosa”». Dunque una mostra di testimonianza, che dice come la maternità, senza la quale noi neppure esisteremmo, abbia ancora enorme bisogno di essere difesa dentro le violenze che agitano il nostro mondo, tutto il nostro mondo, anche quello che, con una parola non si sa se più inadeguata o sarcastica, si suol definire “sviluppato”.

Intermezzo musicale di Maria Lincetto a cura del Conservatorio Tomadini di Udine

MATERNITA’

Virgilio Tramontin
Renzo Tubaro

Nell’ambito delle iniziative del XXX Festival Internazionale di Musica Sacra 2021 “Trinitas. Trinità dell’Umano”
Progetto espositivo che nasce nell’ambito della XXX edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra organizzato da Presenza e Cultura, Comune di San Vito al Tagliamento, Centro Iniziative Culturali Pordenone e con il sostegno della Regione FVG.

Videointervista a Giancarlo Pauletto, curatore della mostra

Al momento di pensare ad una mostra incentrata sul tema della maternità, è stato facile qui, al Centro Iniziative Culturali Pordenone, far riferimento a due maestri dell’arte friulana contemporanea, Virgilio Tramontin (San Vito al Tagliamento 1908 – 2002) e Renzo Tubaro (Codroipo 1925 – Udine 2002), ambedue presenti, negli anni, alla Galleria Sagittaria.
La mostra, legata al tema “mater” che è quest’anno l’idea di riferimento del Festival Internazionale di Musica Sacra, ha evocato subito i disegni, le pitture e, nel caso di Tramontin, anche le incisioni che a questo tema i due artisti hanno dedicato, ambedue certo attratti dalla sua intensità sentimentale e generalmente umana, ma anche morale, in quanto tema naturalmente incardinato nell’idea della famiglia intesa come nucleo fondante, anche moralmente fondante, la società degli uomini.

Nella disposizione verso questo tema i due artisti sono molto simili, rappresentandolo essi in figure che nascono da esperienze di vita familiare accostabili e per così dire parallele: l’allattamento, la madre col bambino in braccio o madre e bambino sul letto, i bambini che dormono, ma anche la gravidanza o magari il lavoro domestico, la tavola apparecchiata o il gioco dei ragazzi e via e via, tanti simili momenti diventano spunto per disegni, acquerelli, tele, incisioni in cui la maestria dei due pittori rifulge in alto grado: ma diversamente, come diversi sono stati i loro maestri di riferimento, diverse le esperienze di vita e diversa la personale sintesi stilistica che da tutto ciò Tramontin e Tubaro hanno saputo ricavare durante gli intensissimi anni della loro attività, testimoniata del resto in ampli curricola di mostre personali e collettive, e in un’antologia critica ricca di testimonianze assai probanti… […]

Intermezzo musicale con Maria Lincetto a cura del Conservatorio Tomadini di Udine

DANIELE INDRIGO. GOTICA

Contrappunti d’architettura

Nell’ambito delle iniziative del XXX Festival Internazionale di Musica Sacra 2021 “Trinitas. Trinità dell’Umano”.
Progetto espositivo che nasce nell’ambito della XXX edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra organizzato da Presenza e Cultura, Associazione Culturale Media Naonis, Centro Iniziative Culturali Pordenone e Comune di Cordenons, con il sostegno della Regione FVG.

Videointervista

[…] siamo venuti a conoscenza dell’attività di Daniele Indrigo, fotografo sacilese operante da oltre vent’anni, e che è stato già variamente protagonista di esposizioni personali e collettive, con serie di lavori che egli elabora e porta avanti nel tempo, cercandone con costanza e – vorremmo dire – con puntigliosa acribia l’edizione che lo soddisfi in maniera compiuta: almeno nei limiti in cui la compiutezza sia perseguibile all’interno delle umane attività.
Abbiamo apprezzato fervidamente l’intensità “mitica” dei suoi paesaggi, […] immagini realizzate all’interno di grandi cattedrali di Francia e Gran Bretagna dalle quali certo, e direi inevitabilmente, traspare la sostanza di razionalità costruttiva che ha reso possibile quelle costruzioni, ma ancor più traspare quel senso di immersione in uno “spazio sacro”, che credo sia esperienza comune per tutti coloro i quali, visitando queste grandi, spesso immense strutture architettoniche, non siano insensibili al senso di un “mistero”, che non diventa meno avvertibile per il fatto di essere storicamente inserito entro le grandi strutture della cultura filosofica e teologica medioevale.

Indrigo, fotografando, ha scelto a volte tagli obliqui, di movimento, rinvigorendo quel senso di meraviglia, di stupore incantato che coglie il visitatore dentro un ambiente che lo sovrasta per la sua grandiosità, ma anche per la sua sostanziale inconoscibilità poiché, qualunque sia il punto in cui egli sosta, molte sono le parti della struttura che gli rimangono nascoste, alimentando così il senso dell’esplorazione e della scoperta, cioè il senso di un’esperienza che, se vissuta non superficialmente, si rivela essere, per le emergenze sensoriali e per le domande che via via propone, una vera e propria esperienza conoscitiva.
Spazio “sacro”, misterioso, e tuttavia anche spazio “accogliente”, se non altro per le risonanze culturali che esso suscita almeno nel visitatore europeo: per il quale la nozione di “cattedrale” importa certamente il senso della maestosità, ma anche quello di spazio aperto, spesso anche di spazio di protezione e rifugio, come fu nel medioevo e oltre.

Intermezzo musicale con Maria Lincetto a cura del Conservatorio Tomadini di Udine

LABORATORI DI ANIMAZIONE E ILLUSTRAZIONE

A cura di Silvia Pignat
In collaborazione con Centro Iniziative Culturali Pordenone

Istituto Comprensivo Meduna-Tagliamento
Scuola dell’Infanzia Il Tiglio San Martino al Tagliamento

PAOLA FRANCESCHINI, illustratrice

Scuola Primaria Enrico Fermi
dell’Istituto Comprensivo Cadelli di Roveredo in Piano
MARTA LORENZON, illustratrice

Scuola dell’Infanzia San Giuseppe di Prata di Pordenone
ALESSANDRA CIMATORIBUS, illustratrice

Scuola dell’Infanzia di Palse
dell’Istituto Comprensivo Jacopo di Porcia
GLENDA SBURELIN, illustratrice

24 novembre – 23 dicembre 2019
Villa Frova, Comune di Caneva

ILLUSTRATRICI SULLE ORME DI LEONARDO

BRUNO BELTRAMINI. IL TEMPO ILLUMINATO

Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di Sesto al Reghena.
Nell’ambito delle iniziative del XXVIII Festival Internazionale di Musica Sacra 2019 Sacralità del profano.
A cura di Giancarlo Pauletto

Servizio TGRFVG

Raramente mi è capitato di percepire la neve, la pioggia, il verde del bosco, le nuvole, il sapore del legno e della pietra come davanti alle immagini create da Bruno Beltramini, un fotografo ben particolare, che non si limita ad attendere e costruire l’inquadratura che lo interessa, ma stampa l’immagine su una carta di pregio che egli sa bene servire ai suoi scopi, e poi la ricopre totalmente, sulla base fotografica, con pastelli morbidi e fluenti che trasformano la fotografia in pittura. Vi sono quindi almeno tre operazioni fondamentali che presiedono al suo lavoro: l’attesa, la costruzione, il passaggio col pastello. L’attesa è, forse, il momento essenziale del lavoro creativo, non perché le altre due fasi siano meno importanti, ma per- ché essa è all’origine di tutto il processo. Beltramini trova i suoi paesaggi davanti alla natura, li scova anche con lunghi appostamenti, e non perché vada cercando inquadrature particolarmente desuete o strane: sempre curatissime, esse sono tuttavia, – per così dire – feriali, quotidiane, ma è proprio in ciò che diventa luminosamente chiara l’affermazione che quest’arte ci mette davanti, un’affermazione, a ben pensarci, straordinariamente ottimistica e tuttavia difficilmente ricusabile proprio a partire dai “testi” dell’artista: la bellezza si libra sopra la terra, è dappertutto, e il nostro vero problema sta semmai nel fatto che non la vediamo, nel fatto, forse, che non possiamo vederla, ma anche non “vogliamo”, vederla. […]

Videointerviste

CONCERTO DI APERTURA
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
dalla Suite n.2 per violoncello solo
Preludio – Sarabanda

Federico Pellaschiar, violoncello. Nato a Trieste nel 2000, ha iniziato i propri studi di Violoncello presso la Fondazione “Luigi Bon” di Udine sotto la guida del maestro Andrea Musto. Ha seguito corsi di perfezionamento a Vienna con il maestro Panhofer. Per il repertorio solistico e per quello cameristico con i maestri Mendelssohn e Sello, con la quale si è esibito in diverse formazioni in Italia e all’estero. Collabora con diverse formazioni orchestrali quali I Filarmonici Friulani, l’Accademia Symphonica, l’orchestra del Conservatorio di Udine e l’orchestra della Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro. Attualmente frequenta il Conservatorio Tomadini di Udine nella classe di Violoncello del professor Ennio Francescato.

GIULIO BELLUZ. CREATURE DELLA VITA

Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di Caneva.
A cura di Giancarlo Pauletto

Servizio TGRFVG

Creature della vita è il titolo di questa mostra di Giulio Belluz a Villa Frova di Caneva, e io credo che, nella sua semplicità e immediatezza, dica molte cose. Dice anzitutto, implicitamente ma chiaramente, della grandiosa estensione della vita medesima, poiché tutti sappiamo che essa va dai microorganismi unicellulari alla ancora non ben conosciuta complessità del cervello umano; da organismi che riescono a sopravvivere dentro il gelo degli spazi interstellari o vicino al calore delle eruzioni sottomarine, ad altri che basta una variazione di pochi gradi di temperatura a far morire. La vita, insomma, è un mondo dove tutto si tiene, e se è vero che nella tradizione della cultura occidentale all’uo-mo è stato riservato un posto privilegiato, oggi sempre più si comprende che tale “privilegio” è sostenibile solo se la sua azione sulla terra è rispettosa degli equilibri generali, è, insomma, in grado di dare “a ciascuno il suo”, pena un progressivo impoverimento della vita stessa e, nel caso peggiore – nel caso cioè di una distruzione atomica – la sua scomparsa, almeno nei modi che finora abbiamo conosciuto. Queste considerazioni spiegano bene, ci sembra, anche la presenza di Giulio Belluz all’interno delle mostre d’arte previste per il XXVIII Festival Internazionale di Musica Sacra, intitolato quest’anno, appunto, Sacralità del profano. Gli uccelli, i pesci, gli altri animali che l’artista presenta in questa mostra appartengono certo, in una considerazione abituale ed utilitaria, all’ambito del “profano”. Una gallina, un germano, una lepre, un luccio vengono, nella quotidianità della vita, considerati al più per la loro apparenza accattivante, o magari come selvaggina da portare in tavola, ben cotta e speziata: non sono certo viste come creature che, assieme a noi, abitano gli incommensurabili spazi dell’universo, vivono sensazioni, trepidazioni, terrori: che sono, insomma, parte di un grande mistero. E invece appartengono anch’essi al “sacro” […]

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