Bruno Fadel. Diari della sopraffazione

Nell’ambito delle iniziative del XXVI Festival Internazionale di Musica Sacra 2017 Dialoghi di pace. Mostra d’arte a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con il Comune di Sesto al Reghena. A cura di Giancarlo Pauletto

Da quando lo conosco, e sono passati ormai tanti anni, non ho memoria che Bruno Fadel si sia mai applicato ad opere di pittura o di grafica – ma anche ad installazioni, o a lavori fotografici – che non fossero, in qualche modo, implicati con il sociale. Un sociale, intendo, non cavato da intenzioni pedagogiche, quasi egli ritenesse di avere il compito, o il dovere, di insegnare qualcosa agli altri: cavato, invece, dalla sua costituzionale incapacità di avvertire se stesso – in quanto uomo prima, e dunque inevitabilmente in quanto artista – come persona isolata dal resto della società, e quindi non implicata nei suoi travagli, non attraversata dalle sue crisi. Certo, ricordo opere degli anni novanta, e anche di prima, incardinate su una sorta di “sismografia del tempo”, opere in cui si registrava una personale reazione a contraddizioni di cui ciascuno ha esperienza nella vita quotidiana: ma ben lontane dal caratterizzarsi per chiusura e solipsismo, erano accompagnate da una così lata ed evidente proiezione oltre il sé, da diventare immediatamente segno aperto di condivisa umanità. Così quegli “Eventi” quei “Naufragi”, quei “Paesaggi” quei “Racconti” erano la testimonianza di un “vivere tra”, di un “essere con”, tanto è vero che nasceva, proprio nel duemila, in corrispondenza con l’istituzione del “Giorno della memoria”, quel lungo lavoro sul tema di Auschwitz che annovera ad oggi oltre cinquecento pagine di elaborazione e di testimonianza, mentre nello stesso tempo l’artista continuava a lavorare ad altri “libri” dedicati al tema dell’Olocausto e a quello del genocidio armeno, al tema dei migranti e della morte in mare, e in genere a temi legati alla testimonianza della contraddizione sociale e della guerra, centri focali di un’attenzione che coinvolge nello stesso clima d’indagine e sofferenza sia il soggetto che guarda, come la società medesima a cui egli è rivolto. (…)

Orari: dal venerdì alla domenica 10.00-12.00/15.00-18.00
Info: www.comune.sesto-al-reghena.pn.it / www.viedellabbazia-sesto.it
[email protected] / Ufficio Turistico – Sesto al Reghena tel. 0434.699701

CONCERTO DI APERTURA
CLARTET quartetto di clarinetti del Conservatorio di Udine

Francesco Cristante clarinetto soprano e piccolo
Federico Navone clarinetto soprano
Giacomo Cozzi clarinetto soprano
Leonardo Gasparotto clarinetto soprano e basso

Allievi del prof. Davide Teodoro presso il Conservatorio Tomadini di Udine, hanno seguito masterclass con L. Luccheta, R. Rusche-Staudinger, V. Paci, F. Meloni, I. Frantisak, K. Groetsch. Il quartetto si è aggiudicato il primo premio assoluto alla terza edizione del concorso “Diapason d’oro” nella categoria “Musica da camera”. Il repertorio comprende composizioni originali e trascrizioni che vanno dal periodo classico al Novecento.

PROGRAMMA
Guillaume Connesson (1970)
da Prelude et Funk: Prelude

Henri Tomasi (1901-1971)
da Trois Divertissement: Masquerade

Ferenc Farkas (1905-2000)
da Antiche Danze Ungheresi: Lassu

Pierre Max Dubois (1930-1995)
da Quatour: Pastorale – AllegroCoordinamento Maria Francesca Vassallo e Antonio Garlatti
Responsabili artistici Franco Calabretto, Eddi De Nadai, Giancarlo Pauletto

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