• Da 9 Ottobre 2015
  • al 1 Novembre 2015
  • Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al Tagliamento
  • Da 9 Ottobre 2015
  • al 1 Novembre 2015
  • Antico Ospedale dei Battuti, San Vito al Tagliamento

GIANNI PIGNAT

CODICI D’ORIENTE TRA ICONA E FORMA

La mostra “Codici d’Oriente tra icona e forma” di fatto apre il percorso, da ottobre a maggio, tra concerti, mostre, seminari, esperienze sul territorio, del Festival Internazionale di Musica Sacra che nella sua ventiquattresima edizione è dedicato a “Da Oriente a Occidente, oltre le frontiere”.
Un invito a entrare nei grandi cambiamenti di oggi, e di sempre, attraverso testimonianze di musicisti, artisti, storici e itinerari dove i confini culturali e reali si sono dilatati o sono stati travolti. Con accadimenti che proprio nei nostri tempi sono esplosi drammaticamente.
Gianni Pignat, grande viaggiatore tra luoghi e culture, ha vissuto e vive in questa dimensione. Senza confini. Quando si muove nei cinque continenti per i suoi reportage fotografici o per ricerche su personaggi fino a quel momento sconosciuti; quando trasforma ceramica, vetro, metalli oppure si dedica al design. E anche quando, entrando nel suo studio, ci spiega quel suo sistema naturale di climatizzazione.
Troviamo tutto questo negli spazi dell’Antico Ospedale dei Battuti, in pieno centro storico, che il Comune di San Vito al Tagliamento offre alla mostra. Condivisione non solo di spazi, ma di lungo impegno ad attualizzare storia e cultura aprendo a collaborazioni divenute importanti e continuative anche per il Centro Culturale Casa A. Zanussi di Pordenone, soprattutto ora, nella ricorrenza del suo cinquantennale di attività. Maria Francesca Vassallo

Galleria

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Da Oriente a Occidente

Questo 24° Festival Internazionale di Musica Sacra, articolato in concerti, conferenze, percorsi guidati, mostre, si pone ancora una volta come un itinerario trasversale di punti d’incontro in un’Europa che raccoglie eredità culturali variegate e antichissime.
Ma quest’anno potrebbe essere anche un “Festival della Memoria”, non per ricalcare luoghi comuni ma per ricordar momenti indelebili di storia locale e universale: i 50 anni di fondazione della Casa dello Studente, luogo vivo della cultura pordenonese, i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, evento di una tragicità che purtroppo sembra non essere definitiva.
Per questo il Festival si apre con uno spettacolo non sacro ma di universale valenza umana e artistica: “Il diario di Anna Frank”, monodramma in musica del compositore russo Grigory Frid tratto dal celebre omonimo memoriale, nella prima esecuzione assoluta in lingua italiana, realizzata dal Teatro dell’Opera di Lubiana, che a sua volta mette in scena la prima assoluta in lingua slovena.
Ma è il programma della Orpheus Kammerorchester Wiena tracciare quel filo ideale tra Oriente ed Occidente che è il tema del XXIV Festival: complesso giovane, espressione
della comunità greca a Vienna, propone gli splendidi Lieder Biblici del boemo Dvorak accanto alle Mélodies hébraïques di Ravel e alle pagine di due importanti compositori greci del Novecento, che si ispirano all’antica musica liturgica greco-ortodossa.
La Venezia del Rinascimento era peraltro già un ponte tra Occidente e Oriente: i mosaici bizantini della Basilica di San Marco furono l’architettura acustica per i fasti polifonici delle Messe di Andrea Gabrieli, proposti dai prestigiosi Cantori di San Marco.
E infine il Festival riserva ancora uno spazio alla ricerca e
alle riscoperte musicologiche.
La Nuova Orchestra da Camera “Busoni” e la Cappella Civica di Trieste hanno realizzato un prezioso lavoro sul compositore veneto Andrea Luchesi, celebre per essere stato maestro di Beethoven e amatissimo in Germania, riportandone alla luce autentici tesori musicali.
Franco Calabretto, Eddi De Nadai

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