Europa 1943/45: tre testimonianze friulane Moretti Ceschia De Rocco
Luciano Ceschia, Federico De Rocco e Mario Moretti, presenti con le loro opere nella mostra “Con il piede straniero sopra il cuore”, portano nelle storiche sale dell’Abbazia di Santa Maria in Sylvis di Sesto al Reghena la propria esperienza di guerra e di prigionia. Un passaggio importante nel XXIV Festival Internazionale di Musica Sacra che ci accompagna “Da Oriente a Occidente, oltre le frontiere”, con un programma di concerti, mostre, seminari, percorsi sul territorio. Inaugurato a ottobre con la prima nazionale del monodramma “Il diario di Anna Frank”, con il partenariato del Teatro Statale dell’Opera e del Balletto di Lubiana per commemorarne il settantesimo della scomparsa e la fine della Seconda Guerra Mondiale, ora vuole offrire un’ulteriore motivo di riflessione attraverso opere di tre importanti artisti che rappresentano il Friuli Venezia Giulia ben oltre i confini nazionali. La lunga storia di Sesto al Reghera e della sua Abbazia, nel tempo sempre al centro di un intersecarsi di vicende che hanno lasciato il segno nel suo borgo e nelle sua mura, rappresenta una fondamentale occasione per ampliare ulteriormente conoscenza e motivi di affezione ai luoghi. Con grande riconoscenza al Comune e al suo Sindaco per il coinvolgimento e la collaborazione.. Maria Francesca Vassallo
Questo 24° Festival Internazionale di Musica Sacra, articolato in concerti, conferenze, percorsi guidati, mostre, si pone ancora una volta come un itinerario trasversale di punti d’incontro in un’Europa che raccoglie eredità culturali variegate e antichissime. Ma quest’anno potrebbe essere anche un “Festival della Memoria”, non per ricalcare luoghi comuni ma per ricordar momenti indelebili di storia locale e universale: i 50 anni di fondazione della Casa dello Studente, luogo vivo della cultura pordenonese, i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, evento di una tragicità che purtroppo sembra non essere definitiva. Per questo il Festival si apre con uno spettacolo non sacro ma di universale valenza umana e artistica: “Il diario di Anna Frank”, monodramma in musica del compositore russo Grigory Frid tratto dal celebre omonimo memoriale, nella prima esecuzione assoluta in lingua italiana, realizzata dal Teatro dell’Opera di Lubiana, che a sua volta mette in scena la prima assoluta in lingua slovena. Ma è il programma della Orpheus Kammerorchester Wiena tracciare quel filo ideale tra Oriente ed Occidente che è il tema del XXIV Festival: complesso giovane, espressione della comunità greca a Vienna, propone gli splendidi Lieder Biblici del boemo Dvorak accanto alle Mélodies hébraïques di Ravel e alle pagine di due importanti compositori greci del Novecento, che si ispirano all’antica musica liturgica greco-ortodossa. La Venezia del Rinascimento era peraltro già un ponte tra Occidente e Oriente: i mosaici bizantini della Basilica di San Marco furono l’architettura acustica per i fasti polifonici delle Messe di Andrea Gabrieli, proposti dai prestigiosi Cantori di San Marco. E infine il Festival riserva ancora uno spazio alla ricerca e alle riscoperte musicologiche. La Nuova Orchestra da Camera “Busoni” e la Cappella Civica di Trieste hanno realizzato un prezioso lavoro sul compositore veneto Andrea Luchesi, celebre per essere stato maestro di Beethoven e amatissimo in Germania, riportandone alla luce autentici tesori musicali. Franco Calabretto, Eddi De Nadai