• 31 Ottobre 2020
  • 10 Gennaio 2021
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  • 10 Gennaio 2021

VOLTI. PITTURE. PAOLO DEL GIUDICE

Nell’ambito delle iniziative del XXIX Festival Internazionale di Musica Sacra 2020 “Trinitas. Trinità dell’Umano”

da sabato 31 ottobre 2020 a domenica 10 gennaio 2021
Sesto al Reghena- Salone abbaziale Santa Maria in Silvis
Dal venerdì alla domenica 10.00-12.00 / 15.00-18.00

Difficile, qualche mese fa, immaginare di riprendere e realizzare un programma di cultura. Temevamo di dover far pausa per almeno un anno; ma l’andamento della pandemia e anche la volontà di tutta l’équipe del Festival, la disponibilità cordiale di tanti operatori già coinvolti nella stesura del programma triennale, risultato vincente nel bando regionale, ci ha persuaso a realizzare questa XXIX edizione. MFV

Comune di Sesto al Reghena, Presenza e Cultura e Centro Iniziative Culturali Pordenone. In collaborazione con Centro Culturale Casa A. Zanussi Pordenone. Con il sostegno Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

RINVIATO A DICEMBRE in data da definirsi
nel Salone abbaziale Santa Maria in Silvis, Sesto al Reghena

Ingresso con prenotazione obbligatoria: [email protected] Tel. 0434.699701INTERMEZZO MUSICALE con Adolfo Del Cont, a cura del Conservatorio Tomadini di Udine PROGRAMMA Vladislav Solotarev – Suite n.6: mattino d’inverno – al villaggio cornamuse – crepuscolo – tararushki

NELLO SPECCHIO DEI VOLTI

[…] Ma l’uomo è uno – e sia pure un “uno” a volte problematico e soggetto a sdoppiamento; in quanto “uno” ha bisogno anzitutto di un’ipotesi di realtà all’interno della quale operare consapevolmente, se non voglia essere sempre guidato da poteri che agiscono al di fuori di lui. 

Anche a quest’ordine di pensieri invita la mostra di Paolo Del Giudice, e lo fa già dal suo titolo. Nel quale si esprime, da un lato, il linguaggio artistico che viene accostato alla musica, cioè la pittura, e dall’altro un tema, questi “Volti”, che giustamente l’artista stesso non vuole chiamare ritratti perché – come scrive nel catalogo Memorie di carta, del 2008 – sono “volti sacri di artisti scrittori e poeti da me amati e frequentati” che nascono “filtrati dall’immagine mentale impressa nella memoria”, mentre il ritratto “richiede un soggetto in carne e ossa che sta davanti a te e che ti sfida a carpirgli il segreto più autentico”.

Ecco dunque che si viene delineando il rapporto specifico tra questa mostra e il tema generale del Festival, intitolato quest’anno alla figura del Pater: in che maniera questi “volti sacri di artisti scrittori e poeti” sono accostabili – appunto – alla figura del Pater, si possono cioè riconoscere entro l’aura di esemplarità e di autorità, in cui sia il padre mitico, biblico, religioso, come quello quotidiano della vita familiare, tendono a collocarsi? Ciò si dice dando per scontato che questa figura possa anche voltarsi in quella del “padre padrone”, e quindi negare l’ambito positivo in cui sta abitualmente. Quel “sacri” che Del Giudice stesso accosta al termine “volti” può essere l’inizio di una risposta, se si concordi sull’idea che la “sacralità” di cui si parla non ha qui colore religioso, ma laico e culturale, che non intende mitizzare la figura dell’intellettuale – artista scrittore poeta che sia – sì però sottolineare l’importanza centrale di uno sforzo creativo e di pensiero – quello che si manifesta nell’opera – che è oggi diventato per molti l’unica possibile bussola entro le tremende contraddizioni che segnano la vita del mondo contemporaneo, sempre in precario equilibrio sull’orlo di sventure, ecologiche e politiche, di cui l’umanità stessa è in gran parte causa.[…] Giancarlo Pauletto

PAOLO DEL GIUDICE è nato nel 1952 a Treviso. Si è sempre dedicato alla pittura. Tra il 1973 e il 1983 partecipa alle iniziative della Bevilacqua La Masa. Dal 1985 è presente a Milano (Avida Dollars, Studio Gastaldelli) e a Roma (L’Attico di Sargentini). Dal 2006 una serie di grandi mostre: P.P.Pasolini: volti, 2006, Palazzo Ducale, Mantova; Viaggio in Italia, 2006- 2007 Venezia, Spoleto, Bassano; Pietas Mundi, 2007 Galleria Sagittaria, Pordenone; Memorie di carta, 2008-2009, sei mostre in ambito nazionale; Verderame, 2010, Valle Imperina (BL); Percorsi dipinti – sguardi quotidiani su Treviso, 2011, nove sedi del centro storico; Retrospettiva, 2012, ex Macello, Padova; Inseguire Venezia, 2017, Caorle; Angeli e camion, 2017, Villa Brandolini, Pieve di Soligo; Visioni del Sacro, 2018, Mantova; Grande Guerra – volti momenti relitti, 2018, Forte Mezzacapo (Mestre) e Vittorio Veneto.

ADOLFO DEL CONT si è diplomato in fisarmonica e pianoforte con il massimo dei voti e la lode. Ha tenuto numerosi concerti in tutta Europa, Russia e USA spesso in importanti stagioni concertistiche internazionali, in varie formazioni cameristiche, con orchestre sinfoniche e soprattutto in qualità di solista, presentando un vasto repertorio spaziante dal barocco alle composizioni contemporanee per fisarmonica anche a lui dedicate.
Ha trascritto per fisarmonica classica opere di importanti compositori pubblicate dalle edizioni Berben di Ancona e si è distinto in importanti concorsi internazionali: Primo Premio nel 1988 a Camalò (Tv) e al Grand Prix “Lacroix” (S. Etienne – Francia), nel 1990 a Los Angeles (USA) e nel 1992 al T.I.M. di Roma. Secondo Premio nel 1987 a Castelfìdardo (AN) e nel 1988 al Trofeo Mondiale C.M.A. in Francia. Finalista a Klingenthal, in Germania, nel 1989. È regolarmente invitato in qualità di giurato nei Conservatori di musica e nei concorsi internazionali. Ha realizzato varie incisioni discografiche, tra le quali il CD Classic Accordion – bayan solo, con importanti composizioni dal periodo barocco al repertorio fisarmonicistico contemporaneo, presentato anche su RAI Radio Tre. Molti suoi allievi sono risultati vincitori a concorsi internazionali e si sono diplomati nei conservatori di stato. È titolare di cattedra al Conservatorio Statale Tomadini di Udine.

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