• 13 Novembre 2012
  • ore 20:45
  • Duomo Concattedrale San Marco Pordenone
  • 13 Novembre 2012
  • ore 20:45
  • Duomo Concattedrale San Marco Pordenone

ENSEMBLE BAROCCO G.D. TIEPOLO

Pierluigi Fabretti, oboe barocco
Vania Pedronetto, maestro di concerto

Per il concerto di apertura del XXI Festival Internazionale di Musica Sacra, il Duomo di Pordenone ha concesso la consueta meravigliosa cornice e ha accolto con grande calore due eccellenze artistiche del nostro territorio: l’Ensemble Barocco Tiepolo e l’oboista Pier Luigi Fabretti. Se infatti la caratteristica dell’internazionalità verrà celebrata con gli ultimi due dei quattro concerti in cartellone (quelli dedicati alla coralità, con due prestigiosi gruppi provenienti dalla Repubblica Ceca e dalla Slovenia), il concerto del 13 novembre scorso puntava l’attenzione sul fattore “locale”, ossia della valorizzazione di quanto il nostro territorio riesce ad esprimere di alto livello. Anzi di altissimo livello. Infatti Pier Luigi Fabretti è oggi certamente uno dei più grandi oboisti al mondo, almeno tra quanti si dedicano esclusivamente al repertorio barocco sugli strumenti originali. E durante il concerto ne ha dato prova tangibile, nella prima parte con il Concerto di Albinoni n.2 op.9 e, in conclusione della seconda parte, nel meraviglioso Concerto di Bach BWV 1055 per oboe d’amore. Occasione preziosa questa, per ammirare la timbrica di uno strumento che oggi ben raramente si ha la possibilità di ascoltare. Infatti, l’evoluzione tecnica ha portato nel corso degli anni gli strumenti oggi in uso ad aumentare la loro potenza e sicurezza di intonazione, in un processo di uniformità ed omologazione, a discapito della morbidezza e della personalità dello strumento antico. Colori che solo l’esecuzione (di altissimo livello, come in questo caso) su copie di strumenti originali ci può restituire. Ad accompagnare Fabretti l’Ensemble Tiepolo, che ha fornito una eccellente resa agogica e dinamica di un programma tutto incentrato sul concerto grosso e la sonata da chiesa, alla cui guida Vania Pedronetto si è rivelato musicista di grande eleganza. Anche nel fuori programma, duettando col Solista nel primo tempo del concerto di Vivaldi per oboe e violino.

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Un programma di cambiamenti

È tempo di cambiamenti, per tutti. Veloci e drastici. Più e più volte preannunciati. Non c’è spazio per tentennamenti.
È come fossimo entrati in un banco di nebbia, di quelle più fitte, dove non si intravvedono neanche le strisce sul ciglio della strada. Ma se ci pensiamo bene, durante questi anni di segnali ne sono venuti fuori tanti.
Il tempo, ora, è scaduto. Quindi bisogna riorganizzare, individuare priorità, quelle che interpretano le grandi trasformazioni che sono sotto gli occhi di tutti.
Un impegno già in atto per molti e anche per noi, a partire dall’osservatorio del Centro Culturale Casa A. Zanussi di Pordenone, proprio mentre, qui, proponiamo il nuovo Festival Internazionale di Musica Sacra. Un lungo percorso, quello avvenuto nelle ventuno edizioni, per avvicinare tante culture diverse, dove le espressioni del sacro accompagnano l’intersecarsi di tanta gente e di popoli nella ricerca di luoghi vivibili, spesso in fuga da guerre e sopraffazioni. Migrazioni che impegnano a costruire nuove convivenze, a vari livelli e con diverse modalità perché diventino buone opportunità.
Per accompagnare questa riflessione e per coglierne tutto il significato, anche noi, sentiamo il dovere di ripensare ai quasi cinquant’anni di storia che il Centro Culturale Casa A. Zanussi ha vissuto nella e per la città di Pordenone e nella regione Friuli Venezia Giulia. Un luogo che catalizza moltissimi progetti e realizzazioni, grazie alla passione e alla professionalità di tantissime persone che qui, proprio in questi tempi cambiati ma aperti al nuovo, trovano spazio per confrontarsi e per continuare a costruire futuro.
Un segnale per una ripartenza rinnovata che ha avuto una sua tappa molto importante con l’inaugurazione nello scorso novembre di Nuovi Spazi del Centro, frequentatissimi da subito da gruppi e persone di tutte le età. E poi il 2015, che segnerà i cinquant’anni di attività, che, con la percezione del tempo che scorre ad altissima velocità, ci arriverà addosso senza che ce ne accorgiamo. Non per ricordare il passato ma per segnare una traccia di nuove consapevolezze.
È una sfida che richiede nuovo slancio, collaborazioni, condivisioni, peraltro già in atto fin dagli inizi della nostra attività, con le istituzioni del territorio. Ma soprattutto richiede uno sforzo nel superare personalismi e protagonismi, del tutto inutili.

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